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Imparare dalle esperienze passate

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L’Aquabike da soccorso, un mezzo poliedrico ma che va saputo utilizzare.

Sono così tanti anni che si parla di “eventi sporadici” che sarebbe ormai più corretto parlare di un decisivo cambiamento climatico a cui dovremo abituarci e quindi prepararci correttamente.

Le recenti calamità che stanno pesantemente segnando e coinvolgendo il nostro paese da nord a sud, ha nuovamente portato alla ribalta la necessità di poter contare su uomini e mezzi in grado di gestire questi cataclismi ormai molto frequenti e sfortunatamente sempre disastrosi.

Il lavoro svolto dai Vigili del Fuoco e dalla Protezione civile a volte risulta insufficiente in relazione allo scenario cui si deve far fronte, talvolta con mezzi non esattamente creati per quel determinato intervento.

Dove non si può contare sulla prevenzione (elemento fondamentale e di primaria importanza) è necessario contare su una gamma di attrezzature e sistemi di soccorso sempre più appropriati e pronti alle emergenze, idonei a ridurre il più possibile i tempi ed i rischi a cui gli operatori e le vittime vengono sottoposti in questi frangenti.

Naturalmente tutti i mezzi a disposizione degli Enti preposti devono essere utilizzati da personale preventivamente preparato e in grado di risolvere situazioni altrimenti disperate.

L’attività formativa è infatti un elemento di base in qualsiasi ambito del soccorso, questo fa si che il personale disponga di linee guida adeguate a seconda dell’intervento, nonché la conoscenza di come operare, senza doversi affidare all’inventiva, possibile causa di tragiche risoluzioni.

L’errore umano infatti rimane uno dei fattori principali del fallimento di molte operazioni di soccorso, e questo a causa di personale (spesso volontario) non in grado di gestire una determinata situazione.

Questa carenza viene riscontrata in maniera ancora più sensibile quando si tratta di “moto d’acqua”

da soccorso, dato che ad oggi i corsi che ti potrebbero preparare all’utilizzo di questi mezzi in caso di emergenza, non sono comunque obbligatori, essendo esse subordinate solamente all’acquisizione della patente nautica per la loro conduzione. Questa problematica fa si che in molti casi dove un’Aquabike potrebbe essere la soluzione più idonea, questa non venga presa in considerazione oppure impiegata in maniera erronea, quindi con risultati scarsi se non controproducenti.

In altri Paesi, scenari paritetici a quelli riscontrati in da noi questi ultimi giorni, l’utilizzo delle Aquabike si sono rivelate un valido supporto al personale coinvolto nelle operazioni di ricerca e soccorso, questo grazie anche alla professionalità degli operatori, che ben conoscevano le potenzialità ma soprattutto i limiti di questi mezzi, impiegandoli quindi nell’ambito a loro più idoneo, senza sopravvalutarle ma neanche confinandole solamente in un settore specifico del soccorso.

E’ un dato di fatto che un mezzo è performante anche in relazione all’abilità di chi lo conduce e della sua esperienza personale che in situazioni come forti correnti o di pieno carico (compresa la barella), necessitano di un’abilità non indifferente e impossibile da inventarsi.

Elemento fondamentale nella formazione si rivela quindi l’Istruttore, che deve essere in grado di trasmettere tutte quelle informazioni utili ed indispensabili per la sicurezza degli operatori ed il successo della missione, informazioni che non possono derivare solamente dalla lettura di un manuale, ma dall’esperienza appresa attraverso ore ed ore di pratica in acqua.

 

Foto Uragano Katrina